Il mese che abbiamo di fronte (fino al 15 febbraio, nostra prossima uscita) è sicuramente il più denso della stagione di prosa del Teatro Verdi di Pisa. Quanto meno come numero di rappresentazioni.
Sabato e domenica scorsi (11 e 12 genn) è andato in scena il Decameron di Marco Baliani con Stefano Accorsi. Grande successo di pubblico, posti esauriti, risate e grandi applausi hanno caratterizzato entrambe le repliche. L’opera fa parte di una trilogia “I grandi italiani” (Orlando Furioso, Decameron, Il Principe ) realizzata da Marco Baliani con Stefano Accorsi. Le novelle scelte e rappresentate erano sette, sei gli attori della compagnia, ognuno ha narrato almeno una novella e spesso qualcuno di loro ha interpretato più di un personaggio. Un grande lavoro sul linguaggio è stato fatto da Marco Baliani e Maria Maglietta per rendere fruibile ed attuale il capolavoro trecentesco, e questo è indubbiamente anche il maggior merito dello spettacolo.
Oltre a questo andranno in scena nel prossimo mese ben tre spettacoli di prosa: L’Iliade della Compagnia del Carretto (24 e 25 gennaio), L’Otello di Luigi Lo Cascio con Lo Cascio e Vincenzo Pirrotta (6 e 7 febbraio) e Dopo il Silenzio regia di Alessio Pizzech con Sebastiano Lo Monaco (14 e 15 febbraio).
In occasione del trentesimo anniversario della nascita della Compagnia del Carretto quest’ultima ha deciso di mettere di nuovo in scena uno degli spettacoli di maggior successo e forse anche uno dei più rappresentativi del lavoro che in tutti questi anni la Compagnia ha portato avanti.
“L’Iliade” appunto è uno spettacolo che nasce ventisei anni fa e i commenti entusiasti non sono certo mai mancati per questo capolavoro, quasi unico nel suo genere, ma, tra i tanti, ci piace riportare un commento di Vittorio Gassman che da solo renderà l’idea di quello che ci aspetta: “Che felicità artistico-artigianale promana dall’Iliade del Teatro Del Carretto! L’assunzione del senso epico vi è risolta attraverso i materiali umili del lavoro eseguito a mano, di una fantasia metaforica che testimonia in ogni suo elemento la partecipazione globale di un’èquipe, di una bottega postrinascimentale. Si sente, traspira dalla rappresentazione una stretta integrazione all’epos omerico, raggiunta non con i modi aulici della ricostruzione o dell’astrazione intellettuale ma con quelli, assai più persuasivi, di un procedimento analogico che –sintetizzando e fisicamente concretando in “gesti” ed “oggetti” espressivi l’alto senso poetico del testo – rende ogni aspetto della vicenda perspicuo e tangibile come si conviene ad un grande spettacolo popolare.
Ecco: aristocratico e popolare, un’ endiadi rara e qui perfettamente raggiunta…”
L’Otello di Lugi Lo Cascio liberamente ispirato all’Otello di William Shakespeare arriva preceduto dalle migliori recensioni ed anche per questo spettacolo l’aspettativa è molto alta. I personaggi sono stati ridotti ai fondamentali Otello (Perrotta) Iago (Lo Cascio) e Desdemona (Valentina Cenni) un Otello rivoluzionario e rivoluzionato l’opera, ad esempio, è stata riscritta usando il dialetto siciliano.
Non diciamo di più per non togliere l’emozione della scoperta, riportiamo solo un piccolo commento di Gigi Giacobbe ” E’ un Otello, quello di Vincenzo Pirrotta, che non ha bisogno di tingersi di nero, debordante nella voce e irruento nel corpo,(…) carnale, dolce e vendicativo, ingenuo come un bambino che si fa abbindolare da un genio del male che persegue solo il suo tornaconto, infischiandosi d’avere davanti un cristallo puro come Desdemona” tratto da Sipario
Finiamo con Dopo il Silenzio di Francesco Niccolini e Margherita Rubino, tratto dal libro “Liberi Tutti” di Pietro Grasso. Uno spettacolo di impegno civile, che parla di mafia, ma sicuramente non il solito spettacolo sulla mafia, dice Benedetta Ticciati che l’ha visto la scorsa stagione “Dopo il silenzio è uno spettacolo molto intenso; negli anni sono stati fatti spettacoli, film, è stato detto molto sulla mafia e le sue vittime, quasi fino a renderla una quotidianità, una parte fastidiosa ma pur sempre tollerata. Questo spettacolo invece riesce a risvegliare lo sdegno che dovremmo giustamente mostrare; con parole crude e dirette. Lo consiglio caldamente a chi non lo ha visto, se ne rimane veramente colpiti”
Con le parole di questa amica, invitiamo i nostri lettori a non perdersi questi interessanti appuntamenti.
Maf
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