FIRENZE – A Palazzo Pitti la moda non entra mai in punta di piedi e, quando esce, lo fa sempre sull’eco degli ultimi passi sferrati in passerella. È così che “Vision of fashion”, l’ultima mostra fotografica curata da Eike D. Schmidt e dedicata al genio creativo di Karl Lagerfeld, inaugura una nuova stagione di collaborazione tra il patrimonio museale italiano e l’universo della moda. La mostra – inaugurata lo scorso 14 giugno in occasione di Pitti Immagine Uomo 90 e visitabile fino al 23 ottobre 2016 – è stata prodotta da Fondazione Pitti Immagine Discovery e Gallerie degli Uffizi, con il supporto di Centro di Firenze per la Moda Italiana e Pitti Immagine e il contributo di Ministero per lo Sviluppo Economico e Agenzia ICE.
Le quasi 200 immagini in mostra, nate dall’obiettivo visionario dello stilista teutonico, travolgono e coinvolgono lo spettatore dentro un universo semantico che non rimane mai fedele ad un unico stile. Che sa, piuttosto, declinarsi descrivendo scenari, stati d’animo e personalità in continuo divenire.
Per Lagerfeld il linguaggio della moda e quello della fotografia si incontrano sulla carta: materia privilegiata dallo stilista e simbolo che segna l’atto creativo dall’inizio – disegno del modello – alla fine, con la stampa fotografica.
La moda non guarda indietro. Guarda sempre avanti!
È con questa provocazione tratta da una scena del film The September Issue, che Anne Wintour, redattrice di Vogue America, ci spiega la natura effimera e chimerica della moda, che riesce a sopraffare le leggi del tempo con la determinazione di una macchina da guerra. In linea con questo modus operandi, a partire dagli anni ’80, dopo la fondazione del marchio omonimo, Lagerfeld presta la sua matita al servizio di importanti maison quali Chloé, Chanel e Fendi, innovandone le linee, senza mai contraddirne la storia.
A partire da queste collaborazioni, la fotografia entra in scena come antidoto necessario per congelare le “visioni modaiole” dentro la loro stessa atmosfera: rendendole, di fatto, immortali.
Con le sue stampe fotografiche su tela retroilluminata, “Vision of Fashion” sgomita tra le sale della Cappella Palatina di Palazzo Pitti, tentando un confronto – non sempre riuscito – con le opere dei grandi nomi della storia dell’arte. Nella serie di fotografie firmate da Lagerfeld per Chanel, l’atmosfera decadente e cipriata della serie Sunlight in Vermont s’imbatte nel carattere forte e seducente della serie Latin Lover. Il rigore scomposto delle Lesson of Elegance incontra quello acido della serie Seven Muses .
Le fotografie realizzate per Fendi sono molto più “italiane”, misurate e a tratti metafisiche. Nella serie Atelier Fendi la vicinanza tra l’universo della moda e quello dell’arte è ricercato in ogni singolo dettaglio, creando un parallelo con le opere di pittura della collezione permanente di Palazzo Pitti e tentando una spiegazione – tra le righe – della scelta espositiva.
Il percorso continua passando per la Sala delle Nicchie, dove l’ampia parete longitudinale è interamente coperta dalle immagini fotografiche della serie I viaggi di Ulisse. Modelli e modelle intenti ad interpretare gli eroi omerici, incantevoli compagni di viaggio di alcuni versi dell’Odissea e dubbi ancestrali che da sempre nutrono la ricerca filosofica: “Chi sei?”, “Da dove vieni?”.
Nell’allestimento della Sala Bianca, moda, vita e fotografia si danno appuntamento e fanno centro: il visitatore è travolto e attirato dentro un labirinto di sguardi, gioielli e abiti meravigliosi. Le immagini fotografiche in grande formato scendono dal soffitto come pilastri fluttuanti, facendosi spazio tra i lampadari in cristallo. La musica scandisce il ritmo della visione e suggerisce l’urgenza dei passi svelti in passerella, delle sete leggere e svolazzanti, delle pose brevi e catalizzanti.
Nelle due sale degli Appartamenti degli Arazzi troviamo The beauty of violence: video-documentazione di una performance firmata da Lagerfeld nel 2010, che si presenta come una visione modaiola e pallida delle azioni dei primi anni ’90 di Paul McCarthy e di Art must be beautiful di Abramović .
Nell’ultima sala Lagerfeld racconta il mito di Daphnis and Chloe (2013) servendosi della registrazione in lingua francese e tedesca di una voce insieme materna e caustica, che ci accompagna attraverso il mito, le atmosfere bucoliche della serie fotografica dedicata e i meravigliosi ritratti di modelle internazionali (Stella Tennant, Cate Blanchett, Bella Hadid, Claudia Schiffer, Vanessa Paradis).
Con le sue fotografie, Lagerfeld abbatte il confine tra mito e realtà: ci offre l’illusione di addentrarci nei pensieri delle veneri da passerella, restituendoci la loro umanità e sfidandoci a scalare l’Olimpo delle sue “visioni della moda”.
Mi piace che la moda sia parte della vita quotidiana
La scommessa di Lagerfeld è di portare il linguaggio delle collezioni haute couture e prêt-à porter dalle passerelle alla strada, tra la gente comune: su questa scia, è del novembre 2001 la prima collaborazione firmata con la griffe di moda svedese low-cost H&M.
L’elitismo di massa, che è stato a lungo il mio sogno, è il futuro della modernità
K.Lagerfeld
Info:
- L’ingresso alla mostra Vision of Fashion è compreso nel prezzo del biglietto d’ingresso alla Galleria Palatina e alla Galleria d’ Arte Moderna di Palazzo Pitti (intero € 8,50 – per maggiori info)
- Orari: da martedì a domenica, 8.15 – 18.50
- Le fotografie esposte in mostra sono riproduzioni su tela delle originali di Karl Lagerfeld, realizzate con tecniche varie: dagherrotipia, platinotipia, Polaroid transfer, resinotipia, serigrafia e stampa digitale.
Giulia Buscemi
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