Pisa Walking in the city
Un’applicazione per passeggiare e un progetto migliorabile
Da oggi visitare le vie di Pisa ed avere sempre una guida turistica al proprio fianco è possibile. Basta avere uno smartphone e scaricare la gratuita applicazione Pisa Walking in the city. Si tratta di un’idea del Comune di Pisa all’interno del progetto PIUSS (Piani integrati di sviluppo urbano sostenibile) in cui sono stati investiti 1,7 milioni, ma non ancora molto conosciuta sui principali mezzi di informazione come i social, sui quali è ancora poco sponsorizzata.
Grazie alla nuova applicazione è possibile scegliere otto itinerari che si snodano per il centro storico, ognuno dei quali fornisce tante informazioni, alcune delle quali molto curiose, ed una presentazione sempre diversa di Pisa. Per gli spiriti romantici e poetici consigliamo l’itinerario Lungarni, alla riscoperta dei palazzi signorili che ospitarono grandi personaggi della letteratura. Per i più avventurosi, desiderosi di addentrarsi nelle vie della Pisa più vera, quella dei vicoli nascosti intorno a Piazza delle Vettovaglie, eccovi il percorso Santa Maria Est. Oppure imboccate San Francesco sud per riscoprire i più importanti personaggi che hanno fatto la storia di Pisa, le chiese nascoste e le collezioni della Gipsoteca di arte antica. Passeggiando per Santa Maria ovest scoprirete la faccia di Pisa Repubblica Marinara, dove avevano luogo le intense attività commerciali e cantieristiche. Se invece vi va di immergervi nella Pisa dei palazzi storici, dei giardini e delle chiese nel percorso San Martino. Il resto aspetta di essere scoperto da voi!
Dobbiamo constatare che questi ricchi itinerari risultano purtroppo ancora inaccessibili agli stranieri per la loro mancata traduzione in inglese (e nelle lingue di maggiore rilevanza turistica) tralasciando i 3 milioni e 369 mila turisti stranieri (dati relativi al primo semestre del 2012) che nel giro di sei mesi sono capaci di visitare Pisa.
Una domanda dal tono propositivo e che sorge spontanea per chi ama guardare lontano è: perché limitarci a vedere i luoghi dove abita la storia di Pisa da fuori? Se non li viviamo, saranno infatti presto dimenticati. Nella ricca passeggiata sui Lungarni, viene snocciolata una lunga carrellata di nomi di palazzi storici, ma che solo per la minima parte sono accessibili in quanto spesso ospitano uffici e segreterie. Ricordiamo per esempio Palazzo Toscanelli, sede dell’Archivio di Stato, accessibile solo per motivi di studio; Palazzo Alliata, sede della scuola Superiore S’Anna o di Palazzo Lanfreducci che ospita il Rettorato dell’Università di Pisa.
Oltre a ciò notiamo che moltissimi sono i luoghi che l’applicazione invita a visitare, purtroppo ignorando gli esigui orari di apertura a disposizione per molti di essi, la perenne chiusura di alcuni o la pessima presentazione di altri.
Se un turista volesse infatti visitare la domus mazziniana, museo eletto a Luogo della memoria, la troverebbe chiusa al pubblico per interventi di sicurezza; se volesse curiosare per l’area archeologica di Via S. Jacopo un cancello chiuso per problemi di gestione gli si porrebbe di fronte; se si recasse ai Bagni di Nerone troverebbe invece solo erbacce e incuria. La Chiesa di San Giorgio dei Tedeschi rimane aperta solo sei ore a settimana, e la domus Galileiana resta completamente priva di insegne esterne ed esposizioni museali più all’avanguardia al suo interno.
Utilissime applicazioni come Pisa Walking in the city potrebbero dispiegare tutto il loro potenziale se inserite in un motore virtuoso ed efficiente.
Ad Innsbruck, per esempio, si sono inventati una card prepagata dalla validità di 24, 48 o 72 ore, con la quale è possibile visitare i musei e le attrazioni turistiche della città gratuitamente, godendo di tutti gli spostamenti con i mezzi di trasporto pubblici e autobus turistici a costo zero. Pisa, che già gode di una linea di autobus che collega con un virtuoso servizio i suoi musei (la linea “Musei dei Lungarni” per l’appunto), continua a vederli però sempre semi deserti.
Resta dunque ancora molto su cui lavorare per rendere maggiormente fruibili e godibili i nostri luoghi di interesse storico e artistico. C’è chi si accontenta di guardare da fuori e da lontano la nostra città: noi giovani preferiremmo guardare lontano.
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