Lettura dell’Inferno di Dante agli Arsenali Repubblicani

PISA Il 25 maggio agli Arsenali Repubblicani, all’interno della rassegna di eventi di Dante Posticipato, si è svolto lo spettacolo teatrale intitolato Esercizi per voce e violoncello sulla Divina Commedia di Dante, portato in scena da Chiara Guidi, membro della storica compagnia teatrale Societas Raffaello Sanzio, con il supporto musicale di Francesco Guerri al violoncello. Lo spettacolo comprendeva la lettura di alcuni brani tratti dall’Inferno di Dante: Canto III, Antinferno e ignavi; Canto XIII, cerchio VII, il cerchio dei suicidi e la storia di Pier della Vigna; Canto XXXIII, cerchio IX, il Conte Ugolino, e infine il Canto XXXIV, cerchio IX, l’apparizione di Lucifero e l’uscita dagli inferi.

arsenaliNella nuova location degli Arsenali da poco ristrutturati e aperti al pubblico, in una luce soffusa e in uno spazio di grande respiro, Chiara Guidi e Francesco Guerri hanno saputo evocare e far immaginare l’atmosfera cupa e tenebrosa dell’Inferno, dando al pubblico le stesse sensazioni fisiche ed emotive e le stesse visioni percepite dagli occhi del Sommo Poeta. Voce e violoncello si sono rincorsi per tutta la durata dello spettacolo mentre la voce di Chiara Guidi interpretava i diversi personaggi dei canti, compresi ovviamente Dante e Virgilio, rendendo solo attraverso la lettura il carattere a tutto tondo delle figure della Commedia. Dante, la voce narrante, era soave, quasi sussurrata e dolce, sempre sorpresa, impaurita e timorosa, caratteristiche che contraddistinguono il Dante viaggiatore nell’Inferno. Sicuramente molti, leggendo la Commedia almeno una volta, si saranno immaginati la voce di quel Dante che sviene ad ogni piè sospinto: ebbene Chiara è riuscita alla perfezione a esprimere quello stato d’animo di spaurita anima viva tra i dannati. Virgilio era invece la voce fuori campo: Chiara ha modulato la voce della guida dantesca come un avvertimento che spesso sembrava provenire da lontano, una tonalità più alta e acuta rispetto a Dante, una voce serena e limpida che era pronta a proteggere e a mettere in guardia il viaggiatore.

lettura dante

Chiara Guidi e Francesco Guerri durante lo spettacolo

La bellezza dello spettacolo risiede nella capacità di Guidi (accompagnata dal violoncello che dava il ritmo e l’atmosfera) di creare uno spazio tridimensionale con sguardi, fonemi e gesti in cui sembravano muoversi i personaggi, rendendo tangibile e visibile quella continua ricorrenza dei deittici (qui, là, laggiù, suso, qua) presente all’interno della cantica infernale. Oltre a Dante e Virgilio, l’attrice ha saputo rendere le voci dei dannati (Ugolino, Pier delle Vigne) e dei demoni (Caronte) con una fisicità esasperata e con l’ausilio di microfoni effettati che scurivano la voce rendendo il personaggio concreto, evocandolo attraverso suoni del violoncello, motivetti cupi fischiettati con l’ausilio delle già concrete terzine infernali di Dante. I toni scuri e il lessico basso dell’Inferno sono stati resi alla perfezione: l’incontro con Caronte, la scoperta delle anime fatte alberi nel canto dei suicidi, la descrizione di Ugolino che addenta il cranio del figlio e lo rosicchia sono state interpretate con una metrica incalzante, spezzata e ansiosa che sembrava far scoppiare l’endecasillabo dantesco, mentre il violoncello strideva con accordi cacofonici, suoni striduli e pizzicati.

Inquietante è stato anche l’incontro con Lucifero che per un attimo è sembrato comparire davanti agli occhi del pubblico: l’orrore della bestia a tre teste, pelosa con ali di pipistrello, è stato l’ultimo momento di maggior climax di tensione dove ad ammorbidire il racconto accorreva sempre la limpida voce di Virgilio. Man mano che la narrazione procede, mentre i poeti risalgono il corpo del demonio, l’atmosfera sonora si fa pian piano più serena, fino a quando con cenni di accordi maggiori del violoncello, Chiara e Francesco conducono il pubblico «a riveder le stelle».

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Virginia Villo Monteverdi

Virginia Villo Monteverdi
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